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Tesi di laurea: Le antiche vie d’acqua

Il ruolo strategico della comunicazione nella realizzazione del progetto di turismo fluviale lungo l’idrovia Noncello, Meduna e Livenza.

Tesi di Laurea in teorie e tecniche della comunicazione pubblica di Sofia Solarino.

INTRODUZIONE

ALLA RICERCA DELLA NAVIGABILITÀ PERDUTA

Migliaia di chilometri di vie navigabili che attraversano ed idealmente collegano l’intera Europa.
Sono il vanto di Francia, Olanda, Belgio, Germania, Scozia, Irlanda, Inghilterra e, vorrei poter aggiungere, Italia.
È noto che le varie forme di turismo alternativo, tra cui quello fluviale, attraggono sempre più persone. Secondo gli ultimi dati in Europa ogni anno più di un milione di viaggiatori scelgono di percorrere le vie d’acqua. Sono turisti sempre più colti e raffinati, desiderosi di conoscere a fondo usi e consuetudini dei vari paesi e delle loro genti.

Un turismo che ha preso avvio sul finire degli anni Settanta, ma che in Italia non ha trovato grande successo in quanto ancora oggi manca una vera e propria cultura del turismo fluviale, soprattutto perché non si è assistito ad una modernizzazione del sistema e delle opere fluviali. La difficoltà di navigazione causata dalla spesso inesistente o insufficiente manutenzione di fiumi e canali ha concorso a creare una cattiva fama al turismo fluviale italiano.
Ritengo che l’Italia non abbia niente da invidiare agli altri paesi europei: le sole Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto sono dotate di una rete fluvio-lagunare che si estende per più di 500 Km, un intreccio di fiumi, canali, lagune ed infrastrutture che per vastità, valore ambientale, storico, culturale e archeologico non ha confronti nel Mediterraneo. La creazione nel Nord Est di questa offerta turistica alternativa favorirebbe una più forte sinergia col territorio e darebbe un maggiore valore aggiunto alle risorse già ampiamente presenti, collegando le località balneari con gli innumerevoli luoghi di interesse storico-culturale come Chioggia, Padova, le Ville del Brenta, Venezia, Quarto d’Altino, Portogruaro, Oderzo, Motta di Livenza, Portobuffolè, Pordenone; con i siti archeologici come Concordia Sagittaria e Aquileia; con i siti ecologici come le Lagune di Marano e di Grado.

Lo scopo del recupero sarebbe quello di riattivare una linea di comunicazione densa di storia millenaria, con l’effetto di produrre benefici diffusi al ricchissimo patrimonio, pubblico e privato, delle darsene, degli approdi, dei palazzi e delle ville con i loro parchi e giardini, dei piccoli e grandi centri attraversati o lambiti dai corsi d’acqua, dei ponti e le passerelle che collegano le sponde, dei percorsi ciclabili e pedonali che fiancheggiano le rive di fumi e canali.
Nel maggio del 2003 l’Istituto per i Navigli – Associazione Amici dei Navigli di Milano, in collaborazione con l’Associazione Motonautica Venezia ha organizzato, dopo mesi di sopralluoghi, di accordi e di sforzi logistici, l’iniziativa motonautica “In viaggio sui Navigli: discesa in barca per il recupero dell’idrovia Locarno-Milano-Venezia. Viaggio a Nord-Ovest”.

Ma giungere a Venezia da Locarno significa anche poter risalire i fiumi Livenza, Meduna e Noncello fino a Pordenone, l’antica Portus Naonis. La mia città verrebbe così inserita all’interno del più esteso ed impareggiabile itinerario di navigazione interna dell’Europa meridionale e ne verrebbe recuperato, grazie alla sua posizione strategica, l’antico ruolo di crocevia tra società e culture.
Un progetto ambizioso ma realizzabile se, da un lato, si assicurasse la navigabilità dei fiumi attraverso la regolare manutenzione delle sponde e degli alvei e, dall’altro, venissero realizzate le opere di arredo e di segnaletica per la localizzazione delle infrastrutture, dei rimessaggi e dei servizi indispensabili per la sicurezza e la qualità dell’offerta turistica e diportistica.

Si tratta dunque di attivare iniziative idonee sia a tutelare un patrimonio naturale e storico d’incomparabile bellezza che a consentirne la fruibilità turistica con le conseguenti ricadute in termini di sviluppo economico e di occupazione.
Non si può allo stesso tempo dimenticare che la fruizione turistica è la conseguenza della creazione di un prodotto e va perciò gestita. Ed è da questa constatazione che prende spunto il mio lavoro.
Applicando le regole ed i principi del marketing turistico voglio verificare se esistono le condizioni e le risorse per avviare un progetto di turismo fluviale lungo l’idrovia Noncello, Meduna e Livenza.
Si tratterà di pianificare un’offerta turistica attraverso la creazione del prodotto (tour e crociere fluviali), l’analisi dei costi e dei ricavi, la gestione del sistema di vendita e la pianificazione della strategia di comunicazione.
Sarà questo il percorso su cui articolerò la seconda parte della tesi. Nella prima, oltre a disegnare lo scenario del turismo fluviale in Italia, ritengo opportuno focalizzare l’attenzione su due argomenti: l’evoluzione del mercato turistico ed, in particolare, del fenomeno dell’ecoturismo, poiché, come vedremo, il turismo fluviale può avere successo solo se gestito compatibilmente con l’ambiente in cui si inserisce.

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