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Una calamità annunciata

1928, 1965, 1966, 2002: quattro anni orribili nella storia del rapporto di Pordenone con il suo fiume

NOVEMBRE 2002: I GIORNI DELLA PAURA

La terribile vendetta della natura: da sabato 16 a sabato 30 Novembre la pioggia scatena i fiumi Varma, Meduna e Noncello.

“Mai vista dai pordenonesi tanta acqua nel Noncello: superato il record registrato nel 1928”: così titolava il Gazzettino del 4 settembre 1965.
“La grande piena affonda Pordenone: cadono gli argini, mezza città è sott’acqua. Il Sindaco fa sgomberare migliaia di famiglie, ma in tanti restano in casa”, questo invece è il titolo del Gazzettino del 27 Novembre 2002. In Mezzo ci sono 37 anni e almeno tre disastri. Viene da dire: quando la storia non è maestra di vita.
Da sabato 16 a sabato 30 novembre la pioggia incessante scatena il Varma, Meduna e Noncello e la natura si prende la sua terribile vendetta. Le dimenticanze, le omissioni e l’incuria del passato hanno ingigantito gli effetti del maltempo ed i fiumi si sono ripresi il loro.

Martedì 26 novembre 2002: il giorno più lungo e triste ed un’altra data tragica scolpita nella memoria di tutti i cittadini.

Alle sei del mattino il sindaco Bolzonello firma le prime ordinanze di pericolo ma dai bacini di montagna, in sei ore, precipitano a valle milleduecentosettantotto metri cubi d’acqua al secondo.
Il Meduna raggiunge i 6 metri di altezza ed il Noncello supera i 17 metri, mentre in montagna la pioggia ha battuto tutti i record: 400 millimetri in un paio di giorni.
Sono le 21 quando il Noncello ha deciso di vincere la sua sfida, la fa poco distante dal ponte di Adamo ed Eva prima con un rigagnolo poi sempre più violentemente, con rabbia, ed in sole due ore si fa beffa del lavoro di 300 uomini e sommerge tutto.
Tutto è compiuto. Davanti all’Hotel Santin ci sono più di tre metri d’acqua: i semafori all’incrocio sono completamente sommersi. Via San Giuliano è oramai un mare. Il tetto della sala da pranzo del ristorante Al Lido sembra gallegiare in mezzo all’acqua. Via Mestre con le sue laterali è la più colpita. Case, palazzi, chiese, negozi e botteghe artigiane non ci sono più. E’ il disastro. Il 25 per cento di Pordenone è sommersa dall’acqua, ieri verde smeraldo, del Noncello e del Meduna. Ma quel colore non più cristallino che risalta al buio ha l’odore del gasolio, il tanfo dei liquami e la sporcizia di melma e fango.

Martedì 26 novembre 2002, un giorno triste per Pordenone, ma la città, stretta attorno al suo sindaco, ha saputo reagire subito alla catastrofica alluvione.

Tratto dal supplemento del Gazzettino “Noncello / I giorni della paura”.

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