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UN FIUME DI “ODIO E DI AMORE”
Lettera aperta alla stampa (16 dicembre 2002).
Vorremmo essere arrabbiati con quel fiume che ha messo in ginocchio la nostra città. Ma non possiamo. Perché il Noncello è la ragion d’essere di Pordenone e della nostra Associazione.
Ci siamo visti spazzare via attrezzature, ricordi di ogni genere, documenti e resoconti delle nostre attività, la sede intera è andata distrutta.
E con lei oltre vent’anni di passione, sacrificio, dedizione, impegno. A titolo informativo il nostro indirizzo risponde a Viale delle Grazie 5/b (dietro l’Hotel Santin). 3,15 metri di acqua dal livello pavimento credo non abbiano bisogno di ulteriori commenti. Niente a confronto di quelle famiglie che hanno perso la loro casa e di quelle attività costrette a chiudere. Famiglie ed imprenditori disperati, a cui non rimane che cancellare tutto e riiniziare da capo.
Ma a noi rimane lo sdegno, la frustrazione, la delusione e l’impotenza. Noi, ancora di più, ci sentiamo presi in giro perché a nulla sono servite le nostre lotte e denunce, i convegni, gli avvertimenti, le critiche mosse contro autorità sorde e cieche che non hanno voluto e saputo ascoltare ma che ora devono fare i conti con una parte della città in ginocchio.
Una tragedia annunciata e che potrebbe ripetersi.
Non ci sentiamo più al sicuro. Non ci sentiamo protetti. Ci rendiamo conto di come le alluvioni – e con loro le esondazione dei fiumi – si ripetano con sempre maggiore frequenza, con sempre maggiore violenza. E se queste catastrofi non si possono evitare, è comunque possibile ridurne le disastrose conseguenze con opere di prevenzione, manutenzione e messa in sicurezza. Opere che richiedono tempi lunghi e che per questo non possono essere rimandate ulteriormente. Opere che costano molto, ma sicuramente molto meno di quelle necessarie a far fronte ai danni provocati a case, aziende, fabbriche e ambiente.
Sprechiamo enormi quantità di risorse che sarebbero ben più utili se finalizzate ad opere di prevenzione e rimozione delle cause, piuttosto che degli effetti. Ma soprattutto meno della violenza morale e psicologica inflitta a migliaia di persone. Quella che manca è una cultura del territorio, e se c’è è inadeguata.
Continuiamo a costruire strade, case ed altro a ridosso delle sponde, a rinchiudere fiumi dentro argini che tali non sono. È necessario invece ripulire e sghiaiare gli alvei dei fiumi per favorirne il naturale scorrimento, ripristinare le aree di esondazione, assicurare argini e sponde. Più blocchiamo e limitiamo il naturale corso dei fiumi, più cerchiamo di piegare la Natura ai nostri bisogni (spesso non realmente tali), più essa ci si rivolterà contro. Non possiamo biasimarla, e non possiamo poi sentirci vittime. Forse, la vera vittima, è proprio Lei. Ed è proprio questo che noi vogliamo far capire. Non è il Noncello il nostro nemico. Non è di lui che dobbiamo avere paura. Esso merita ogni nostra attenzione e cura. Oggi più di ieri.
Vogliamo riavvicinare i pordenonesi ad un fiume che ha bisogno di loro, che devono conoscere e difendere. Per difendere anche la loro città. È per questo che non abbiamo voluto rinunciare all’iniziativa del 5 gennaio prossimo: “La Befana vien dal fiume…”.
Ad essere interessato sarà il parco fluviale del Noncello, dall’altezza della dogana di Vallenoncello. Il momento clou sarà l’arrivo presso l’imbarcadero e a bordo di alcuni nostri gommoni dei tre Re Magi e della Befana, oltre che dei musicisti per il rito natalizio, il tutto annunciato da una grande e luminosa Stella Cometa.
Il corteo si dirigerà poi verso il riferimento simbolo della festa natalizia, ossia la casetta che ospita la natività da noi costruita presso l’area della Santissima. Non più solo rito natalizio, non più solo momento di festa ed aggregazione, quest’ anno sarà anche e soprattutto, occasione di dimostrare quant’è vera la nostra solidarietà. Di dimostrare il nostro affetto ai quei concittadini che hanno perso tutto. E cosa più importante, di aiutarli concretamente.
Non sarà la Befana a distribuire doni e caramelle. Saremo noi a riempire la sua gerla di offerte in denaro, e ancora di più, di speranza per un ritorno alla normalità.
Il ricavato dell’iniziativa sarà consegnato in toto al Sig. Sindaco della nostra città, Sergio Bolzonello, per l’utilizzo che riterrà più utile a favore dei cittadini succitati.
Gaetano Solarino
Presidente dell’Associazione Gommonauti Pordenonesi